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Nashi frutto dall’Oriente all’Italia
Scritto da: Vivai Piante Gabbianelli il 14/08/2024

Questo frutto dal sapore particolare e ricco di valori nutritivi, è giunto dall'estremo oriente nel nostro paese solo negli anni '80, diffondendosi rapidamente. Oggi conosce un declino commerciale: rivalorizziamolo nel frutteto di casa, perché è un albero generoso e bello.

 

ORIGINE DEL NASHI FRUTTO

Intorno al 1980, gli Italiani scoprivano il pero nashi, un frutto che sta a metà fra la pera e la mela, tanto che spesso è chiamato anche “pera mela”, “pera coreana” o “pera delle sabbie”.

Pyrus pyrifolia è il suo nome botanico, che lo include appunto nella grande famiglia delle pere, ma la sua forma tondeggiante e la polpa piuttosto dura, leggermente granulosa e profumata lo fanno assomigliare più ad una mela.

Dal continente asiatico la mela nashi si è diffusa in Nuova Zelanda e Australia, dove ancora oggi è prodotta nelle campagne delle zone più fresche e temperate e negli USA, soprattutto lungo la costa orientale e in California settentrionale dove fu introdotto con successo dalle comunità cinesi che qui giunsero a fine '800, perché ama la stagionalità tipica delle aree con inverno freddo ed estate calda; ed è per questo che ha trovato un ambiente ideale in Pianura Padana.

In Cina (e più in generale nel continente asiatico) la pera nashi è considerata un simbolo positivo di rinnovamento e di energia proprio in funzione della sua incantevole fioritura bianca: i petali sono larghi, con stami vistosi, usati anche come decorazione in occasione di cerimonie religiose soprattutto nelle zone settentrionali.

Nelle alture del Nepal è facile vedere una pianta di nashi vicino alle case, perché considerata protettiva contro le malevole influenze delle tante divinità locali. In Corea questo frutto è così diffuso e amato che gli è stato dedicato un museo e un vivaio dimostrativo aperto ai turisti nella cittadina di Naju, circondata da estese coltivazioni di questo splendido albero.

Una particolarità della produzione italiana, collocata soprattutto in Emilia Romagna, Veneto e in Piemonte nella zona di Cuneo, è l'alta qualità, decisamente migliore di quella cinese e concorrenziale con quella giapponese, in ragione delle metodologie di produzione.

Negli ultimi anni il frutto nashi ha però conosciuto un declino nei consumi, forse a causa delle strategie della grande distribuzione più che per un reale calo di interesse: molti ancora non lo conoscono o lo considerano un "frutto esotico" quando invece è prodotto nelle nostre campagne, mentre rimane interessante per il frutteto di casa in quanto di facile cura e di aspetto molto gradevole, ideale anche per chi sceglie la coltivazione con metodi biologici in quanto poco sensibile a parassiti e avversità.

 

L’ALBERO DELLE PERE NASHI

Albero robusto e poco esigente, il nashi pianta è vigoroso e abbastanza rustico e si adatta alla maggior parte delle aree frutticole italiane, in particolare nel Nord, perché resiste ottimamente al freddo; i frutti sono però sensibili alle gelate autunnali ed è per questo che in Italia si tendono a preferire le varietà con maturazione entro il mese di ottobre, mentre altrove, in Asia meridionale, si coltivano varietà raccolte da novembre a gennaio.

In estate le sue belle foglie regalano ombra generosa in attesa che, con la fine dell'estate, i frutti siano pronti per il raccolto e il consumo, dal momento che raramente vengono impiegati per succhi o marmellate.

Sia quando è in fioritura, incantevole e leggero, sia in estate quando diventa carico di fogliame, la pera mela è una presenza gradevole in giardino. Accertatevi che abbia o disposizione lo spazio sufficiente per aprire la sua bella chioma e che il terreno non sia arido in estate, altrimenti la produzione dell'anno successivo sarebbe scarsa.

In giardino collocatelo in un luogo in cui a primavera il suo momento di fulgore possa essere valorizzato: se avete un solo nashi (che però non darà frutti, essendo autoincompatibile), ponetelo in uno spazio aperto, su uno sfondo di sempreverdi, dove la bellezza del suo breve momento di fioritura vi potrà regalare grande emozione.

 

COME COLTIVARE LA PERA NASHI

Albero piuttosto facile e frugale, il nashi ha bisogno di sole e di terreno aperto e arieggiato, analogamente a quanto avviene per il melo.

A differenza del suo stretto cugino, il nostro pero nelle sue diverse varietà, preferisce evitare i terreni molto argillosi: un substrato fertile e con pH neutro darà i migliori risultati.

Se il suolo è molto calcareo, il nashi può andare incontro a clorosi, una fisiopatia generata dalla difficoltà di assorbimento del ferro: occorre fornire irrigazioni con acqua miscelata a chelati di ferro, come si fa per le azalee e i rododendri, per evitare l'ingiallimento delle foglie e il deperimento dell'esemplare.

In vaso non è facile ottenere un risultato soddisfacente perché entra in produzione piuttosto presto, ma il raccolto diventa significativo quando la pianta ha già raggiunto una dimensione piuttosto imponente; si può sperimentarne la coltivazione in terrazzo solamente se viene allevato in vasche grandi e profonde.

I frutti si formano con facilità solo se nelle vicinanze ci sono altri alberi di nashi anche di varietà diverse, perché la pianta è autoincompatibile, ciò significa che l'impollinazione non può avvenire se le api visitano solo i fiori di uno stesso albero.

Quando l'esemplare è adulto la produzione di fiori e di frutti è molto elevata: se gradite ottenere frutti di alta qualità e di grossa pezzatura sarà indispensabile effettuare un diradamento dopo la fioritura e l'allegagione, altrimenti il raccolto sarà poco soddisfacente.

Inoltre, se la pianta nashi consuma molte energie nella produzione di piccoli frutti si assisterà, l'anno successivo, a una fioritura molto più scarsa con conseguente calo significativo della produzione.

Se avete uno spazio idoneo e volete predisporre un piccolo frutteto di nashi potete sperimentare la tradizione giapponese nei nashi condotti a pergola. Sopra gli alberi viene stesa un'intelaiatura di cavi d'acciaio ai quali vengono pazientemente fissati i nuovi rami nati l'anno precedente, che daranno fiori e frutti.

In questo modo i singoli frutti rimangono ben staccati fra loro e, con un adeguato diradamento, diventano molto grossi e perfetti sia di forma che di consistenza.

La raccolta del nashi frutto avviene a fine estate e fino a ottobre. In seguito, se rimane qualche frutto ancora immaturo potrete raccoglierlo anche in novembre a condizione che non sopraggiungano notti di gelo.

 

IL NASHI FRUTTO

Pur avendo una polpa piuttosto dura, i nashi sono molto sensibili alle manipolazioni e per prolungare la qualità e la sanità dei frutti conviene collocarli in cassette con alveoli singoli per ogni frutto. In Giappone, dove vengono utilizzati anche come dono simbolico, è uso avvolgerli in speciali reticelle protettive che ne mantengono la perfetta integrità.

La scorza, dall’aspetto rugginosa, protegge una polpa dal sapore speciale, fresca e mai acidula, croccante e profumata: un frutto da riscoprire anche in preparazioni gastronomiche.

Leggero e poco calorico, la frutta nashi ha un elevato potere dissetante e una consistenza che richiede masticazione: è quindi particolarmente consigliata come spezza digiuno, anche per il suo valore nutritivo e la sua quasi totale mancanza di acidità.

In Corea il nashi frutta è considerato importante per la depurazione dell'organismo dopo una malattia, mentre in California viene spesso servito come antipasto perché si ritiene che possa predisporre a una buona digestione.

Come tutte le pere, anche la mela nashi ha azione diuretica, rinfrescante e lassativa; per l'alta digeribilità è particolarmente indicata nell'alimentazione di bambini ed anziani. Non è invece sconsigliato ai diabetici, poiché il fruttosio ha un'assimilazione diversa, indipendente dall'insulina.

 

COME UTILIZZARE LE PERE NASHI

Nella coltivazione da reddito (così come nei giardini) conviene scegliere una varietà di nashi frutto grosso e di pregiata qualità come la “Nijisseiki” che ha la buccia gialla oppure la “Hosui” o la “Kosui” che si presentano con il tipico colore bronzeo e con una polpa molto croccante e succosa, ideale anche per insalate miste e come accompagnamento negli antipasti.

Oltre agli utilizzi classici come frutto fresco, in macedonie e frullati, le mele nashi possono essere cucinate come le classiche pere con il vino rosso, in torte e crostate, etc…

Il suo sapore, unico e delicato, si unisce molto bene a quello dello zenzero, vale quindi la pena di sperimentare ricette di derivazione asiatica come i nashi sciroppati con zenzero e cannella oppure scottati in padella, spolverati di zenzero e serviti insieme alle costolette.

Gli australiani lo utilizzano ridotto in crema e mescolato allo champagne come cocktail e lo adorano in insalata con il pesce: un'idea da non sottovalutare perché l'accostamento fra la sua polpa croccante e la delicatezza del nostro pesce azzurro è una proposta affascinante e nuova.

Nashi frutta e formaggio, una bella coppia! Il sapore fresco di questo frutto e la sua particolare consistenza ne fanno un accompagnamento perfetto ai tantissimi formaggi che costituiscono un vero tesoro gastronomico italiano.

Sperimentatene l'accompagnamento soprattutto con quelli a pasta morbida e piccante e con quelli a pasta dura e stagionata, dal Parmigiano al pecorino sardo, insieme a chicchi d'uva e pere per completare uno spuntino salutare o terminare una cena rinunciando senza fatica a un calorico dessert.

Commento (01)

    • Avatar
      Stella yang
      07/09/2024

      Salve mi interessa la frutta la pera nashi Mi servivano piu di 300kili anche piu volevo un preventivo ti lascio anche il mio numero 333 4123541 grazie

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